Contrastare le discriminazioni per valorizzare i talenti: il ruolo delle aziende nella lotta all’omolesbobitransfobia

Negli ultimi anni il lavoro delle associazioni e degli attivisti ha messo in luce le discriminazioni affrontate dalla Comunità LGBTQ+ sul luogo di lavoro. Dalle difficoltà nell’assunzione, alla mancanza di opportunità di carriera, ai pregiudizi legati al proprio orientamento sessuale e identità di genere, le persone LGBTQ+ possono ancora trovarsi ad affrontare ostacoli significativi nella loro vita lavorativa. In un Paese in cui la disoccupazione giovanile è tra le più alte d’Europa, le persone giovani LGBTQ+, affrontano anche difficoltà legate all’omolesbobitransfobia ancora diffusa nella società italiana. 

Fortunatamente, le richieste per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per una maggiore inclusività hanno assunto sempre più rilevanza e il mondo del lavoro ha oggi una maggiore attenzione a queste tematiche. 

In questo contesto, i programmi di formazione volti a educare sia i dipendenti che il management delle aziende ad un approccio di supporto alla Comunità LGBTQ+ giocano un ruolo fondamentale. Attraverso la formazione si promuove una cultura inclusiva e si permette alle organizzazioni di affrontare la diversità con consapevolezza. Come Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli abbiamo sperimentato che anche il coinvolgimento delle organizzazioni in progetti di collaborazione con la nostra associazione e la partecipazione al Roma Pride hanno offerto a molte aziende l’opportunità di imparare dall’esperienze degli attivisti e di costruire relazioni con la comunità.

Anche le cosiddette “carriere alias” sono un fattore che contribuisce a rendere i luoghi di lavoro maggiormente inclusivi. Ci si riferisce alla possibilità per le persone transgender di scegliere il nome da utilizzare sul luogo di lavoro, per presentarsi ed interagire esprimendo a pieno il proprio io. Ciò permette ai professionisti transgender di non dovere fare continuamente coming out, di tutelarsi da possibili discriminazioni e realizzare appieno il loro potenziale professionale. 

In conclusione, attraverso l’adozione di buone pratiche che favoriscano una cultura di inclusività e rispetto le organizzazioni possono fare la loro parte per combattere l’omolesbobitransfobia ancora presenti nella società. Solo così si potrà creare un ambiente di lavoro più equo e rispettoso dei diritti, adatto al fiorire di talenti e professionalità delle persone della Comunità LGBTQ+. 


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